Ci risiamo, ancora una volta.

Ci risiamo, nel calcio sapete, esiste l’imponderabile. Una Lazio particolarmente sfortunata poi ha la fatalità di incontrarlo spesso, lo prende sotto gamba, quasi lo schernisce… E poi lo paga a caro prezzo.

Strana partita quella di ieri, piuttosto simile a molte altre (sigh!) cui ultimamente ci stiamo tristemente abituando: la Lazio non è sgargiante e pimpante, ma è comunque una squadra sulla carta nettamente superiore dell’imponderabile, o perlomeno così si pensa.

Partiamo quindi bene, benino anzi, e troviamo la meritata rete sugli sviluppi di un calcio da fermo con l’uomo che dietro Immobile ha dimostrato di saperla buttare dentro con più facilità. No, non stiamo parlando di Caicedo, il riferimento è a Bastos ovviamente.

Senza sussulti termina un primo tempo noioso in verità, una Lazio che non possiamo nemmeno definire sprecona, per le poche azioni costruite, rientra negli spogliatoi con la convinzione di aver domato l’imponderabile seppur raggiunta da un imponderabile rigore fischiato contro. Forse c’era, forse non c’era, Inzaghi se ne lamenterà, ma nel calcio sapete, esiste l’imponderabile.

Probabilmente è in quel momento che abbiamo perso la partita a livello mentale. Il secondo tempo regala imponderabili momenti di amnesie generali, una difesa costruita con imponderabile superficialità ne combina una dietro l’altra, un mister 12 milioni sembra ricordare Stam solo per la capigliatura andante, e l’imponderabile passa in vantaggio meritatamente.

La Lazio non ha nessuna carta da giocare, una decisione imponderabile ha scelto di lasciarle tutte a Roma, ma tanto parliamoci chiaro, qualcuno davvero si illude che se ci fossero stati Immobile e Alberto la situazione sarebbe cambiata?

Sembra storia di calcio nero, ma sapete nel calcio esiste l’imponderabile, e la Lazio ci perde sempre. Alla fine dei 90 minuti il tabellino è implacabile: Imponderabile 2 – Lazio 1.

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